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Alla scoperta della Grecìa Salentina

Aggiornamento: 15 gen 2024


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Ci alziamo presto per il nostro tour, anche se è sabato, ma il sabato si sa, per noi è fatto di relax e di scoperta.

La curiosità è il motore di tutto, perché per noi nulla è scontato , è ciò che ci fa alzare ancora assonnati quando potevamo rimanere sotto le coperte ancora un altro po’. Non rinunciamo a vagare per la puglia ed il salento, a riempirci gli occhi.

 Ci piacciono le piazze deserte dei paesini salentini, i caffè dei bar in piazza, i palazzi ducali, le corti, le porte graffiate dal tempo, i pavimenti geometrici anni sessanta e i gatti che dormono nei cortili.

Rivediamo tutto come se fosse la prima volta e con lo stesso entusiasmo scriviamo di questo cuore pulsante nel basso Salento.

Ci prepariamo in fretta e iniziamo il giro con un buon caffè vista mare, al  solito bar.

Partiamo da Porto Cesareo verso Specchia, che non fa parte della Grecìa salentina, ma che volevamo rivedere ancora una volta, perché qui abbiamo trovato un luogo dove non c’è ancora il turismo d’assalto nonostante racchiuda scorci e visuali unici con luoghi ricchi di storia. Specchia è un luogo in cui perdersi tra le suggestive stradine del centro storico, non è necessario seguire un percorso stabilito, noi spesso ci facciamo guidare dal luogo stesso o dalle persone che incontriamo. In questo modo abbiamo potuto cogliere dettagli che hanno saputo raccontare la sua anima pittoresca e gentile.

Prima di arrivare nella piazza centrale, ho scoperto un portone e una villa immersa nel verde con delle finestre arabeggianti, mi sono fermata un po’ ad osservare.



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A piazza del popolo, luogo di incontro e di vissuto, ho preso un caffè da Martinucci perché sono stata colpita dal design di questa sala che era in passato una stanza del castello. Divano in velluto, maioliche sotto i piedi, volte a stella e lampade dal tocco vintage. Cioè una magia per me!

Semplici regole da seguire quando sei in tour in salento:

Camminare senza meta, salutare le persone che incontri, fare due chiacchiere con il fruttivendolo ed entrare nelle chiesette ad ammirare i soffitti dipinti.

Lasciamo Specchia e cominciamo il tour della Grecìa Salentina.







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Arriviamo a Corigliano D’Otranto

Corigliano è stata una bellissima scoperta, ho apprezzato il suo castello, la piazza centrale con il bar pieno di motociclisti, i vicoli con i panni stesi e i suoi gatti nelle stradine deserte. Abbiamo fatto un piccolo aperitivo al bar in piazza per vedere scorrere la vita lenta in un piccolo paesino nel cuore del salento, un sabato mattina. Ci siamo fermati alla stazione dopo aver  visto dal finestrino della mia macchina un vecchio vagone. Quell’immagine mi ha riportato tra le pagine  di un libro appena letto. Siamo scesi per ammirarlo da vicino e abbiamo aspettato che arrivasse un treno per salutare i viandanti  che ci osservavano attraverso i finestrini.


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Il castello di Corigliano



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Bar in piazza dove osservare la vita lenta




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Panni spesi: la mia passione.




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Abbiamo fatto tappa a Castrignano dei Greci, visitato il bar Koda all’interno del castello, percorso le strade del piccolo centro storico e poi abbiamo proseguito per Martano.

 Qui ci ha dato il benvenuto la pioggia autunnale che ci ha fatto rallentare, ma non abbiamo perso l’occasione di sederci sui gradoni di una chiesa dai pavimenti geometrici, per aspettare che la pioggia passasse.


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Prima della pioggia



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dopo la pioggia


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Abbiamo terminato la nostra visita a Calimera, mentre il sole calava e con lui anche la sera.  In piazza abbiamo sentito il rintocco delle campane e, come per magia, tutti i lampioni hanno cominciato a splendere.

Così terminava il tour della Grecìa salentina, dove il profumo dei camini accesi, la pioggia sulle pietre dei pavimenti, raccontavano storie di una Magna Grecia perduta ma ancora viva fra gli angoli del centri.

Qui si parla ancora il dialetto antico: il grieko.

Dagli anni novanta i comuni elleno foni decisero di unirsi per cooperare, con lo scopo di valorizzare e promuovere la cultura e le antiche tradizioni, fino all’8 giugno 1990, anno in cui è stato ufficialmente istituito il Consorzio dei Comuni della Grecìa Salentina. 

Tra le varie tradizioni della Grecìa Salentina ricordiamo, in particolar modo, quella del periodo pasquale, durante il quale gli abitanti erano soliti ascoltare la storia della Passione di Cristo durante la Settimana Santa. Si tratta di un canto religioso in lingua greco­-salentina di origini antichissime, che veniva intonato, a partire dalla V domenica di Quaresima fino a tutto il Giovedì Santo, nei vari comuni.

Solitamente i cantori erano due o tre e accompagnavano la loro voce con il suono della fisarmonica, suscitando un grande interesse e commozione negli ascoltatori. Oggi purtroppo la tradizione si è persa, ma quando qualche cantore ripropone il canto nelle piazze, riesce sempre a coinvolgere il popolo, ricreando quella magica atmosfera che porta le lancette indietro nel tempo.

Un’altra tradizione della Gracìa Salentina, sempre legata al periodo di Pasqua, fa riferimento alla quaremma o coremma, una figura diffusa in tutto il Salento. La quaremma è un pupazzo che raffigura una vecchia signora vestita di nero, che veniva appesa sui terrazzi, davanzali o balconi, simboleggiando la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima.

Ho scritto sulla mia agendina arabeggiante le cose che ho imparato:

 Ho imparato che il patrono di Calimera è San Brizio, che a Martano c’è un menhir antico, il quale, ha assistito a rituali sacri nel passato, che Corigliano d’Otranto ha un bel centro storico, che a Castrignano dei Greci il bar di Kora è  all’interno del castello e che i weekend alla scoperta di luoghi nuovi sanno di buono.

E poi mi piace l’idea che qui, due culture si abbracciano, quella greca e quella italiana, si stringono, si prendono per mano e convivono insieme, che un plurilinguismo conviva e che il grieko si difende per non scomparire.

E’ il nome stesso della cittadina Calimera che sprigiona grecità, il quale, in griko significa: Buongiorno!

Sarebbe bellissimo vivere in una città che si chiama così, perché già questo sembra un  preludio felice di tutto ciò che si può incontrare sulle strade di questo angolo della Puglia.

E poi il benvenuto più bello che ci sia è dato da questa frase: “Zeni su en ise ettù ‘sti Kalimera” Straniera tu non sei qui a Calimera.

Quindi : “Benvenuti nella Grecìa salentina”.




Ah, se passate da queste parti ci prendiamo un buon caffè in piazza!



Con Magia

Miss Ale


 
 
 

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