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Il mondo è una grande opportunità, e aspetta solo te!

Aggiornamento: 15 gen 2024


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I bambini non c’entrano questa volta, vado ad incontrare gli adolescenti, quella fetta di gioventù sbadata, insensibile, senza passione e annoiata ( questo è quello che crediamo noi).

Parlerò con loro di viaggi, di mondo, di sogni.

Un po’ di tempo fa ho avuto un’ illuminazione, un’idea, quella lampadina che come scintilla si accende in un momento non preciso, dal niente.

Ecco; lì ho pensato che sarebbe bello se avessi potuto raccontare e condividere la mia storia con dei ragazzi pronti a salpare verso la vita adulta.

La mia storia non è una storia speciale, ma inizia dai banchi di scuola, dal mio liceo, da un incontro che mi fu di grande ispirazione.

Nel lontano 2003, quando indossavo le cult (l’unica cosa che si ”usava” e che mia madre decise di comprarmi), quando ascoltavo “It’s my life di Bon Jovi” e ballavo le hit parade degli anni 90, quando Beverlyhills 90210 rimaneva il mio telefilm preferito ma ero incollata alla tv (solo per un paio d’ore il pomeriggio) a vedere Dawson’s creek, Sabrina Vita da strega e la tata( che ho amato, tanto da rivedere tutte le puntate quando ero in Kosovo) in quel periodo lì, ero fra i corridoi della mia scuola, con i miei compagni della quinta A.

Ero in auditorium per assistere ad un’incontro in cui una ragazza di piccola statura, con i capelli ricci e neri, mostrava le foto del suo campo di lavoro Unicef a Giacarta, in Indonesia.

Per me fu di grande ispirazione, il suo racconto mi aprì un mondo a me sconosciuto, e che, ripensandoci, mi guidò verso la strada che poi ho percorso.

E’ quello che poi io ho fatto a distanza di anni, esattamente oggi, nel 2023, nella stessa scuola, non più fra i banchi come studentessa ma dall’altra parte. Mi sono sentita in dovere di parlare ai ragazzi perché il mondo che ci viene presentato è sempre così intriso di oscurità e malvagità, quando non è solo così.

Fra quelle quattro mura, fra quei banchi c’e la vecchia me e da lì tutto è partito, c’è ancora un pezzo della mia storia, una ragazzina sognatrice che immaginava di percorrere strade di mondi lontani.

Di strade ne ho percorse parecchie, ho vissuto tante storie, ho abbracciato e accolto tante vite, partendo da lì, dal niente, dal nulla, solo facendo forza sulla mia passione e il mio entusiasmo.

Così è nato tutto.

Ed è così che voglio parlare ai ragazzi, senza ricami, senza vendere favole incantate ma condividendo storie.

Ho esposto la mia idea alla scuola, ho presentato il mio progetto worldschool, e sono decollata fra i ragazzi di quinto superiore, che non ho trovato ostili, annoiati e senza passione, al contrario, affascinati e stupiti.

A questo punto mi verrebbe da pensare che non diamo loro abbastanza speranze, non li trasmettiamo una visione di mondo degna perché troppo concentrata sull’egoismo e su percorsi stabiliti e provinciali.

“ io vorrei prendermi un anno sabbatico, ma molti mi dicono che è una cosa folle, tu me lo consiglieresti?”

Tutti dovremmo o avremmo dovuto fare un anno lontano da casa, lontano dal nostro paese, perché solo così si cresce, fuori dalla nostra zona di comfort, e non parlo della vacanza.

Qui in Italia siamo estremamente attaccati ai percorsi che la nostra società ci impone, a vivere con la famiglia, nella propria città, ad avere un posto sicuro, fisso, a fare figli, quando invece ognuno dovrebbe essere libero di seguire il proprio vento e fregarsene di ciò che fanno gli altri.

Forse è questo che dobbiamo ai nostri ragazzi, dobbiamo lasciarli andare, spingerli oltre invece di trattenerli ed intrappolarli.

Soprattutto dobbiamo cambiare il modo in cui li guardiamo, perché se i ragazzi sono pieni di pregiudizi, di rancore, di odio, è colpa nostra, è colpa di quello che noi mostriamo attraverso la tv, di quello che noi diciamo quando siamo tra amici, di questa società sessista, provocatrice e sgretola sogni.

Io oggi li ho visti quei ragazzi, ho parlato con loro, ho incontrato i loro occhi e li ho trovati intelligenti, appassionati, sognatori. Esattamente come ero io.

Loro resistono, anche se tutti dicono che non c’è posto nel mondo reale per i sognatori.

Invece io vi dico che c’è, e aggiungo che lì fuori, nel mondo, c’è posto per tutti.

Il motivo per cui ho voluto fortemente questo incontro ,forse, è tutto qui, perché questi ragazzi hanno bisogno oggi più che mai di sentirsi dire:

“ Buttati, il mondo è una grande opportunità e aspetta solo te!”


Miss Ale


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