La mia passeggiata al castello sull'Acqua- Brindisi
- alessandra lavino
- 15 dic 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 gen 2024

ll fascino di questa visita ti farà scoprire tanti lati nascosti ed incantevoli della città, ideale non solo per i bambini ma anche per chi ama la storia, visto che, il castello, è situato in una posizione meravigliosa dalla quale poter godere della bellezza paesaggistica del posto e non solo.
Cenni storici.
Il Castello Alfonsino di Brindisi è noto anche come Forte a Mare e nasce su una piccola isola chiamata Isola di Sant’Andrea. E'situato all’entrata del porto della città che, già di per se, grazie alla sua naturale conformazione, risulta di immane bellezza.
L'isola su cui sorgono il Castello Alfonsino e il Forte a Mare si chiamava, anticamente, Bara (nome di origine orientale, forse ebraica): presso gli antichi fu molto celebre ed è ricordata da Cesare, Appiano, Plinio, Mela, Lucano, utilizzata, altresi, durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo.
Durante il periodo Medioevale era conosciuta come l'isola di S. Andrea perché, nel 1059, l'Arcivescovo di Brindisi Eustasio la concesse ai baresi Melo e Teudelmano per costruirvi un monastero in onore dell'Apostolo Sant'Andrea.
Nel tempo, per ragioni di difesa marittima, l'isola fu divisa artificialmente in tre parti: nella prima sorge il Castello Alfonsino, nella seconda il Forte a Mare e nella terza, conosciuta come isola del Lazzaretto. Fino a 130 anni fa circa, si accedeva al porto medio di Brindisi attraverso due aperture: la prima, chiamata Bocca di Puglia, tra l'isola del lazzaretto e punta Mater Domini, per la quale transitavano le navi provenienti da Nord e la seconda, larga il doppio della precedente, tra il Castello e le Pedagne, per la quale transitavano le navi provenienti dall'Oriente.
Nel 1481, Ferdinando d'Aragona ordinò al figlio Alfonso, duca di Calabria, di costruire sull'isola di S. Andrea una fortezza in grado di difendere efficacemente porto e città con un minor numero di soldati: all'inizio fu solo una rocca, o una gran torre, dov'era la stanza in cui dormiva il re. Già nel 1484 il forte fu attaccato dal generale veneziano Francesco Marcello che, dopo essere stato sconfitto sul terreno dal brindisino Pompeo Azzolino, tentò di conquistare la città dalla parte del mare ma, respinto anche dalle artiglierie della "rocca dell'isola", ripiegò su Gallipoli, che riuscì ad occupare a caro prezzo.
Nel secolo successivo, castelli e fortezze persero la loro funzione difensiva: il Castello Svevo di Brindisi fu utilizzato come bagno penale, il Forte a Mare come lazzaretto, il Castello Alfonsino come sede di un faro e, durante la Grande Guerra (1915-1918), come deposito di mine.
Cenni presenti.
Il castello sull’acqua o, come a me piece definirlo, "il castello rosso" è legato ad una serie di miei ricordi adolescenziali quando, con il castello in stato di totale abbandono, mi recavo in cima al faro dove c'era un piccolo e magico ufficio in cui lavorava una mia cara amica.

Prima di salire sul tetto, da cui si poteva godere di una vista da togliere il fiato, mi piaceva perdermi nelle sale dei piani inferiori per vagare nelle sue immense stanze, sbirciavo nelle fessure umide dove spesso trovavo scheletri nascosti, ammiravo la sala con il grande camino in pietra e immaginavo feste, banchetti, dame e cavalieri.
La vista da lì su, punto più alto del castello, era fantastica: vedevo il traffico di navi nel porto di Brindisi, chi salpava verso il mare aperto, chi faceva rientro nel porto.
Tra una chiacchiera e l’altra, aspettavo il tramonto, salutavo il sole dal piccolo ufficio in cima circondato da grandi vetrate.
Ed è proprio in quei momenti di luce del tramonto della golden hour che il castello si illumina di quell'indimenticabile rosso intenso: che magia!
Ancora oggi ci torno spesso, non proprio all’interno del castello, ma faccio lunghe passeggiate sull’isola Sant’Andrea perché, prima di arrivare al castello, una lunga strada percorribile anche a piedi ha, per me, un indescrivibile effetto curativo, rilassante, emolliente.




A volte mi ritrovo a fare due chiacchiere con i pescatori che ricordano storie di mare che odoro ascoltare. Un giorno un pescatore mi suggerì questa frase:
“Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.”
Ho scoperto in seguito che era una frase dello scrittore Rainer Maria Rilke il quale, attraverso queste parole, ha descritto perfettamente lo stato d’animo di tanti pescatori che, all'alba mentre la città ancora era avvolta nel sonno,,affidavano i loro dispiaceri al mare, li lasciavano fluttuare tra le onde o, più semplicemente, cullavano i loro occhi davanti a tanta meravigliosa bellezza.



Sarebbe bellissimo portarci i bambini, raccontare loro storie e volare con la fantasia. Basta provarci.


E’ un posto bellissimo che ha il suo fascino in tutte le stagioni dove
portare gli occhi a fare una passeggiata.


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