Tutte le volte che guardavo fuori da un finestrino, mi perdevo nella bellezza della natura, dei miei
pensieri e dei miei sogni, mentre fuori scorreva la terra rossa africana, le risaie verdi balinesi, i paesini del
Kosovo, le montagne dell’Albania o l’Oceano dello Sri Lanka.
Durante i numerosi tragitti dei miei viaggi pensavo e rielaboravo in maniera naturale ciò che mi
portavo dentro.
Nasce cosi, dopo una collezione di viaggi indimenticabili nelle scuole, abbracciando bambini di tutto il
mondo, il progetto WORLDSCHOOL.
Portavo sempre con me qualche libro ben illustrato, qualche marionetta danzante e iniziava la magia
del racconto.
Perché in Kosovo, quando entravo a scuola e raccontavo le mie storie, crollavano, come per incanto, tutte quelle barriere razziali marchiate a sangue dalla guerra, in India il mio colore della pelle non era più importante, tra le tende dei campi profughi i bambini venivano distratti dal loro reale contesto e potevano immergersi in un mondo nuovo, magico, meno pericoloso e pauroso.
In contesti diversi dai nostri, infatti, la scuola è un posto più formale, più impostato. Vivendo a contatto con il loro vissuto ne avvertivo le paure, mi rendevo conto che la lezione rappresentava un momento di evasione e, allo stesso tempo, di conforto. Era come se , varcata la soglia di ingresso dell’aula, i bambini impedivano alle loro paure, alle loro preoccupazioni, di entrare. Ed in questo contesto, senza che nessuno me lo spiegasse, mi sentivo investita di un importante ruolo: rendere quel momento magico. Cercavo di farli sognare attraverso il racconto di storie e, con la speranza di farli navigare con la fantasia, riuscivo ad immergerli, fosse anche per poche ore, in altri mondi, in altri luoghi, in altri contesti più gioiosi e sicuri.
La magia del raccontare dovrebbe essere esportata in ogni dove poiché, i bambini, attraverso i racconti, possono sia apprendere una nuova lingua ma, soprattutto, possono imparare una nuova forma di educazione sociale, nonché un modo diverso di comunicare, tutto finalizzato all’ abbattimento del razzismo e dei pregiudizi sociali, al rispetto del prossimo, all’eliminazione di ogni forma di bullismo, all’aiuto reciproco, all’importanza della persona come essere umano.
Questo è ciò che ho appreso durante i miei viaggi e le mie tante vite all’estero e, ora, attraverso lo storytelling, cerco di raccontare l’umanità e i respiri carichi di ossigeno buono che ho inalato.
Questo è ciò che mi piace portare nel mondo, alla mia gente e ai miei bambini.
Gli ho dato un nome: Worldschool.
Vorrei che i miei bambini, crescendo, si sentissero parte di tutto questo, cittadini del mondo senza pregiudizi, liberi da ogni credo e da ogni vincolo sociale.
Semplicemente Liberi.
Con Magia
Miss Ale